New Scientist: si potranno coltivare i ceci sulla Luna
Per nutrire gli abitanti di una futura base lunare, non si potrà contare solo sui rifornimenti. Delle ricercatrici statunitensi hanno trovato un modo per far crescere i ceci nel terreno della Luna, di regola ostile alla vita
“La polvere della Luna è piena di contaminanti tossici e priva di diversi nutrienti essenziali per le piante”, elenca New Scientist. Tanti motivi per applaudire la prodezza delle ricercatrici Jessica Atkin, dell’Università A & M, Texas, e Sara Oliveira Santos, della Brown University, Rhode Island, Stati Uniti, che sono riuscite a coltivare i ceci in laboratorio usando un terreno lunare.
In un articolo disponibile in prestampa (che non è stato riletto da un comitato di esperti) intitolato “Dalla polvere al seme: storia di ceci lunari”, rivelano la ricetta di questo successo: l’aggiunta di lombrichi e funghi Arbuscular mycorrhiza a campioni di suolo lunare, secondo esperimenti di laboratorio fatti con la polvere lunare.
“Le ricercatrici hanno scelto i ceci per i loro benefici nutrizionali ma anche perché il fungo può stabilire una relazione simbiotica con loro”, spiega il settimanale britannico. Il fungo Arbuscular mycorrhizaporta cede alla pianta i nutrienti di cui ha bisogno per crescere e allo stesso tempo trattiene i metalli pesanti e altri contaminanti presenti nei terreni.
Anche la presenza dei lombrichi è indispensabile. Come prova, le piante di ceci crescevano e fiorivano solo quando il substrato era composto dai tre elementi: polvere di luna, fungo e lombrichi.
Per quanto riguarda il fatto che i ceci siano ben commestibili, un dettaglio essenziale in quanto lo scopo di un’agricoltura lunare è quello di nutrire gli abitanti di una futura stazione installata sul nostro satellite naturale, Jessica Atkin spiega: “Dobbiamo ancora misurare la loro concentrazione di metalli pesanti, e lo faremo.”
Prima di aggiungere, fiduciosa: “Anche se le prime generazioni di ceci non saranno commestibili, i contaminanti finiranno per essere rimossi dal suolo grazie al processo di bioremediazione”, cioè la decontaminazione grazie ai funghi.
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Foto Riddhi K