New Scientist: si potranno coltivare i ceci sulla Luna

Redazione da Redazione2 min. tempo di lettura

Per nutrire gli abitanti di una futura base lunare, non si potrà contare solo sui rifornimenti. Delle ricercatrici statunitensi hanno trovato un modo per far crescere i ceci nel terreno della Luna, di regola ostile alla vita

 

La polvere della Luna è piena di contaminanti tossici e priva di diversi nutrienti essenziali per le piante”, elenca New Scientist. Tanti motivi per applaudire la prodezza delle ricercatrici Jessica Atkin, dell’Università A & M, Texas, e Sara Oliveira Santos, della Brown University, Rhode Island, Stati Uniti, che sono riuscite a coltivare i ceci in laboratorio usando un terreno lunare.

In un articolo disponibile in prestampa (che non è stato riletto da un comitato di esperti) intitolato “Dalla polvere al seme: storia di ceci  lunari”, rivelano la ricetta di questo successo: l’aggiunta di lombrichi e funghi Arbuscular mycorrhiza a campioni di suolo lunare, secondo  esperimenti di laboratorio fatti con la polvere lunare.

Le ricercatrici hanno scelto i ceci per i loro benefici nutrizionali ma anche perché il fungo può stabilire una relazione simbiotica con loro”, spiega il settimanale britannico. Il fungo Arbuscular mycorrhizaporta cede alla pianta i nutrienti di cui ha bisogno per crescere e allo stesso tempo trattiene i metalli pesanti e altri contaminanti presenti nei terreni.

Anche la presenza dei lombrichi è indispensabile. Come prova, le piante di ceci crescevano e fiorivano solo quando il substrato era composto dai tre elementi: polvere di luna, fungo e lombrichi.

Per quanto riguarda il fatto che i ceci siano ben commestibili, un dettaglio essenziale in quanto lo scopo di un’agricoltura lunare è quello di nutrire gli abitanti di una futura stazione installata sul nostro satellite naturale, Jessica Atkin spiega: “Dobbiamo ancora misurare la loro concentrazione di metalli pesanti, e lo faremo.”

Prima di aggiungere, fiduciosa: “Anche se le prime generazioni di ceci non saranno commestibili, i contaminanti finiranno per essere rimossi dal suolo grazie al processo di bioremediazione”, cioè la decontaminazione grazie ai funghi.

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Foto Riddhi K

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