L’Europa abbandona il Green Deal

Redazione da Redazione3 min. tempo di lettura

L‘abbandono del Green Deal coincide con una brusca svolta a destra e con un appiattimento dell’Europa sulle posizioni di Trump

 

L‘analisi del giornale spagnolo El Confidencial

Dicembre 2019: Il progetto europeo Green Deal

Dicembre 2019. L’Europa si è ripresa dalla crisi finanziaria. I tassi di interesse sono ai minimi storici. Joe Biden ha vinto le elezioni negli Stati Uniti e l’incubo di Donald Trump sarà presto un lontano ricordo. Angela Merkel è alla guida della locomotiva europea, mentre Pedro Sánchez in Spagna incarna l’immagine del socialista e del tecnocrate moderno.

Ursula von der Leyen è stata appena nominata Presidente della Commissione Europea e ha svelato il suo grande progetto politico: il Green Deal . Questa conservatrice tedesca esperta parla con l’enfasi di un Segretario generale delle Nazioni Unite: “Il nostro obiettivo è riconciliare l’economia con il pianeta”, afferma, presentando questo Green Deal, ” conciliare il modo in cui produciamo e consumiamo con l’ambiente in cui viviamo”. Un discorso ambizioso, che suona come una promessa di rinnovamento per un’Europa in cerca di leadership e di senso.

Febbraio 2025: scompare il Green Deal

Cinque anni dopo, siamo nel febbraio 2025. Siamo sopravvissuti a una pandemia globale. La Russia ha invaso l’Ucraina . Il Medio Oriente, dopo decine di migliaia di morti, è irriconoscibile. I tassi di interesse non sono mai stati così alti. Donald Trump è il presidente degli Stati Uniti e ha lanciato una guerra commerciale contro Canada, Messico, Cina e Unione Europea  e minaccia di invadere la Groenlandia e Panama. La Germania è in crisi e alle prossime elezioni è possibile che prevalga l’estrema destra.  I due argomenti di conversazione più importanti al mondo sono l’intelligenza artificiale e l’energia.

Von der Leyen ha appena annunciato il suo programma per i prossimi cinque anni, la “bussola della competitività”. Ha poi pubblicato un testo sul Financial Times, scritto insieme alla presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde.

Brusca svolta a destra

L’inversione di tendenza dell’Unione Europea su molte delle normative e delle politiche adottate negli ultimi cinque anni è a dir poco sorprendente. Questo cambiamento radicale è in parte spiegato dalle circostanze politiche. Oggi l’intero spettro politico occidentale sta subendo una netta svolta verso destra. E Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, è consapevole che, per governare l’Europa, dovrà contare sull’appoggio del presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni , e, in futuro, magari su quello di Friedrich Merz, figura dell’estrema destra tedesca. E, a partire dal 2027, potrebbe dover vedersela anche con Marine Le Pen, se quest’ultima raggiungerà l’Eliseo.

Questa importante riconfigurazione politica segna una svolta nella storia recente dell’Unione Europea e preannuncia profondi cambiamenti nella futura direzione del blocco europeo legata anche a ragioni economiche. L’industria tedesca mostra oggi segni di asfissia che non si vedevano da settant’anni. La vecchia élite industriale del Nord Italia, che per decenni ha pensato che l’UE fosse l’unica speranza per una regolamentazione adeguata, non sa più come competere con le auto elettriche cinesi. La Francia è più forte di quanto si pensi, ma il suo modello continua a basarsi in larga parte sul protezionismo e sull’energia nucleare. La Spagna è uno dei paesi dell’UE in più rapida crescita nel continente ma ciò è dovuto principalmente al turismo e all’immigrazione.

L’abbandono del Green Deal da parte europea rischia di provocare  un appiattimento sulle politiche trumpiane e la perdita di originalità del modello Europa in cui tanti hanno creduto. Ma non è ancora finita. A volte la Storia riserva delle sorprese

Foto: Antoine Schibler

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