L’acqua del rubinetto provoca i calcoli? Si può usare in allattamento?…

Più di 2 italiani su 3 non bevono quotidianamente l’acqua del rubinetto.
In media ogni italiano consuma 208 litri di acqua in bottiglia all’anno.
L’Italia è il maggior consumatore di acqua in bottiglia in Europa e il secondo a livello mondiale dopo il Messico.
Secondo un sondaggio di CSA Research, solo il 29 per cento delle persone in Italia beve acqua del rubinetto ogni giorno e quasi la metà (43 per cento) beve esclusivamente acqua in bottiglia.
Ma perché molti italiani sono così restii a bere l’acqua del rubinetto e perché l’acqua in bottiglia è così popolare? Sette persone su dieci di quanti utilizzano abitualmente l’acqua confezionata dicono di non “fidarsi” dell’acqua del rubinetto e considerano l’acqua in bottiglia più sicura.
Per fare un pò di chiarezza sull’acqua del rubinetto ci facciamo aiutare dalle risposte dell’Istituto Superiore di Sanità alle domande più frequenti:
L’acqua del rubinetto fa venire i calcoli?
Falso. Che bere l’acqua del rubinetto (potabile) provochi o favorisca la formazione di calcoli renali è una convinzione diffusa, ma falsa. E questo vale anche per le acque ricche di sali di calcio e magnesio. Il consiglio di utilizzare acque leggere o oligominerali al posto dell’acqua del rubinetto per evitare la calcolosi renale non è giustificato da evidenze scientifiche. La formazione dei calcoli dipende in molti casi da una predisposizione individuale oppure familiare. Il calcio è essenziale per la nostra salute e ne va ridotta l’assunzione solo se è un medico a prescriverlo.
Si può usare l’acqua del rubinetto in gravidanza o in allattamento?
L’acqua di rubinetto è sicura e adatta ad essere consumata in gravidanza ed allattamento.
Si può usare l’acqua del rubinetto per pappe e biberon dei bambini?
In fase di svezzamento si può utilizzare anche l’acqua del rubinetto per la preparazione delle pappe e per idratare il bambino.
L’acqua del rubinetto è sicura?
Bere acqua del rubinetto (di casa o dei chioschi o dei punti di distribuzione) è sicuro per la salute, in tutti casi l’assenza di rischi per i consumatori è garantita dai controlli previsti dalla normativa. L’acqua potabile è un diritto universale degli esseri umani e le sue caratteristiche chimiche (durezza, pH, presenza di sali minerali) e organolettiche (odore e sapore) possono anche cambiare nel tempo in funzione delle fonti di prelievo e dei possibili trattamenti, ferma restando la garanzia degli standard di sicurezza, naturalmente.
L’acqua potabile per essere ‘buona’ deve essere priva di ogni sostanza chimica?
No. È vero il contrario, anzi: l’acqua contiene molte sostanze chimiche vantaggiose per la salute ed eliminarle non rappresenta un beneficio ma, al contrario un potenziale ‘danno’. Rimuovere tutte le sostanze naturalmente presenti nell’acqua – per esempio il boro, il selenio, il fluoro, il cromo, il rame, o il calcio il magnesio, lo iodio, il potassio – provocherebbe infatti la riduzione di apporto di elementi essenziali per la salute degli esseri umani, modificazioni del gusto e danni alle reti idriche.
Possiamo sapere davvero quali sono le caratteristiche dell’acqua di casa?
Certo, possiamo. Sul sito del proprio gestore idro-potabile sono forniti i dati sulle caratteristiche delle acque e i risultati dei controlli.
Per rendere sicura l’acqua del rubinetto va installato in casa un apparecchio di trattamento?
No. Le acque distribuite in Italia sono di qualità adeguata al nostro consumo e non necessitano di altri trattamenti per renderle potabili o per evitare rischi per la salute.
Al ristorante è meglio evitare di chiedere acqua del rubinetto?
Non c’è ragione per non farlo. Anzi. Il decreto legislativo n. 18 del 23 febbraio 2023 chiede alle regioni e alle provincie di promuovere l’uso dell’acque di rubinetto, anche “incoraggiando o incentivando la messa a disposizione di acqua potabile a titolo gratuito ai clienti di ristoranti, mense e servizi di ristorazione”.
L’acqua in bottiglia di plastica è un problema per l’ambiente?
Ogni anno si consumano 480 miliardi di bottiglie di plastica, di cui la metà è costituita da bottiglie d’acqua. Nell’Ue ogni persona genera in media 36 kg di rifiuti di imballaggio in plastica. Ciò equivale a un totale di 16 milioni di tonnellate prodotte ogni anno nel continente, di cui solo 7 milioni sono riciclate.
L’acqua in bottiglia di plastica può essere dannosa per la salute?
Le bottiglie in plastica possono rilasciare alcune sostanze chimiche cancerogene presenti nei polimeri plastici. La scritta riportata sulle confezioni di acqua minerale, “tenere al riparo dalla luce solare e dalle fonti di calore” serve, per l’appunto, a segnalare la necessità di impedire alterazioni delle materie plastiche e a scongiurare i pericoli di contaminazione che si possono correre se, in casa o nei canali di distribuzione, le bottiglie non sono conservate adeguatamente, lontano dalla luce e dal calore.
Foto: Giorgio Trovato