L’Intelligenza Artificiale può predire la data della nostra morte?

Un modello predittivo realizzato da un gruppo di scienziati statunitensi e danesi per individuare la data della morte delle persone.
Un gruppo di scienziati danesi e statunitensi ha affermato di essere in grado di prevedere con grande precisione la morte degli individui utilizzando l’intelligenza Artificiale. Rapidamente il sistema è stato soprannominato “la calcolatrice della morte” nella stampa internazionale..
“Ti piacerebbe sapere quando morirai?” inizia il Washington Post. A questa domanda esistenziale, molti di noi risponderebbero di no. Questo potrebbe essere il motivo per cui l’articolo pubblicato da un gruppo di ricercatori danesi e americani, intitolato “Using sequences of life events to predict human lives”, ha creato un certo scalpore.
Sono apparsi così diversi articoli sulla “calcolatrice della morte”, come lo ha soprannominato, ad esempio, il New York Post negli Stati Uniti o il Daily Mail nel Regno Unito. Ma come funziona?
Gli scienziati americani e danesi hanno creato “un modello di apprendimento automatico un po’ simile a quello di ChatGPT”, precisa USA Today.
Questo modello, chiamato “Life2vec”, ha “analizzato i dati – età, salute, istruzione, occupazione, reddito e altri eventi della vita – di oltre 6 milioni di persone provenienti dalla Danimarca, forniti dal governo del Paese”.
Previsioni corrette al 78%
Sune Lehmann, professore di “reti e scienze della complessità” presso l’Università tecnica della Danimarca, ha dichiarato sul sito universitario Northeastern Global News che “l’intera storia di una vita umana, in un certo senso, può anche essere considerata una frase molto lunga che descrive ciò che è successo a una persona”. È dall’analisi di queste vite trascritte in sequenze di eventi che sono state fatte le previsioni.
Assimilando tutte queste informazioni, lo strumento è stato in grado di prevedere correttamente, nel 78% dei casi, i decessi che si sono verificati fino al 2020 – cioè nei quattro anni successivi all’inizio dello studio. E il modello è anche riuscito a prevedere altri elementi, come “decisioni di andare a vivere all’estero”.
La questione dei dati privati
Sune Lehmann, d’altra parte, precisa che nessun individuo interessato è stato messo a conoscenza delle previsioni riguardanti la propria morte. “Sarebbe stato davvero irresponsabile”, ha detto.
Gli scienziati all’origine di questo lavoro insistono inoltre sulla necessità di proteggere i dati personali di tutte le persone la cui traiettoria di vita può essere analizzata da “Life2vec”. “Le leggi danesi sulla privacy renderebbero illegale il suo uso per il processo decisionale sugli individui, come la redazione di polizze assicurative o decisioni sull’assunzione.”
Tuttavia dei dubbi, e forti anche, restano. La storia ci ha dimostrato che non sempre le ricerche scientifiche siano state utilizzate nei limiti che i ricercatori si proponevano.
Foto di Sigmund