Il Governo sta studiando la creazione di una società che produca centrali nucleari in Italia

Redazione da Redazione3 min. tempo di lettura

Si tratterebbe di un cambiamento radicale per l’Italia che ha vietato l’energia nucleare dopo i referendum popolari contrari al nucleare del 1987 e del 2011. Nel frattempo la Germania ha spento le sue centrali e la Spagna ha deciso di farlo.

Secondo bloomberg.com il Governo sta cercando di creare una nuova società per costruire reattori nucleari in Italia attraverso colloqui preliminari con Ansaldo Nucleare SpA, Enel SpA e Newcleo Ltd. Bllomberg cita  “fonti a conoscenza della questione.”

Ansaldo Nucleare, parte di Ansaldo Energia, sviluppa centrali nucleari e tecnologie correlate. Newcleo sviluppa piccole unità alimentate da scorie nucleari riciclate. In quanto gigante energetico statale, Enel sarebbe fondamentale per qualsiasi piano.

Il governo sta cercando di creare la nuova entità con una partnership tecnologica estera, che consentirà a breve la produzione di energia nucleare in Italia, ha affermato nei giorni scorsi il ministro dell’Industria Adolfo Urso al Forum Ambrosetti, senza citare alcuna azienda potenzialmente coinvolta.

Sono in corso discussioni sul partner internazionale, anche se non è stata ancora presa una decisione definitiva, hanno affermato le persone che hanno preferito restare anonime perché i dettagli non sono pubblici.

Ansaldo punta a contribuire alla “produzione di energia a basso costo, programmabile e rispettosa dell’ambiente” in Italia, ha affermato la società in una nota.

Enel e Newcleo hanno rifiutato di rilasciare dichiarazioni, così come ha fatto un portavoce del Ministero dell’Industria.

Il governo sta anche lavorando a una misura legislativa che mira a reintrodurre l’uso dell’energia nucleare entro la fine dell’anno, ha affermato sabato il ministro dell’Energia Gilberto Pichetto Fratin.

Il nucleare in Europa

Mercoledì il governo spagnolo ha approvato un piano che prevede la chiusura graduale delle centrali nucleari del paese entro il 2035. La Spagna seguirà la Germania, che ad aprile aveva spento i suoi ultimi tre reattori.

Scrive ilpost.it

Al momento i paesi dell’Unione Europea che producono energia nucleare sono 12 su 27, meno della metà del totale. Oltre alla Francia che possiede oltre la metà delle centrali nucleari europee, ci sono con più di 3 reattori la Spagna, il   Belgio, la Finlandia, la Repubblica Ceca, la Slovacchia, la Svezia  e l’Ungheria. 

Negli ultimi decenni la quantità di energia prodotta in Europa con il nucleare è diminuitai: nel 2021 le centrali europee hanno prodotto 731 terawattora; nel 2004, anno del massimo raggiunto, 900.

La diminuzione dell’energia nucleare prodotta non è dipesa solo della decisione del governo tedesco di rinunciare al nucleare dopo il disastro di Fukushima, nel 2011, ma anche dal fatto che molte centrali nucleari diventate obsolete e, chiuse per questioni di età, non sono state rimpiazzate. In generale la produzione di energia nucleare richiede investimenti ingenti e tempi lunghi: la costruzione da zero di una nuova centrale richiede almeno 10 anni e decine di miliardi di euro.

La spinosa (e irrisolta) questione delle scorie.

In Italia non è ancora stato stabilito dove sarà costruito il deposito nazionale permanente delle scorie nucleari, che da progetto dovrebbe isolare le scorie dall’ambiente per più di 300 anni. Il 13 dicembre il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica ha pubblicato l’elenco delle aree idonee per realizzarlo ed entro la fine dell’anno avrebbe dovuto esserne scelta una.

Attualmente i rifiuti nucleari italiani si trovano all’interno di una ventina di depositi sparsi sul territorio. In gran parte furono prodotti nei 32 anni di funzionamento delle centrali nucleari, ma sono anche scarti di tante altre attività: per esempio l’industria e la medicina nucleare, dove vengono utilizzate sostanze radioattive a scopo diagnostico, terapeutico e di ricerca. Le tre centrali nucleari italiane ancora attive all’epoca dell’incidente di Chernobyl nel 1986 furono tutte disattivate negli anni successivi, a seguito del referendum.

Trovare una soluzione definitiva su dove tenere le scorie comunque non è stato e non è semplice anche in altri paesi europei, compreso quello che più di tutti sfrutta l’energia nucleare. 

La Francia ha individuato il sito più adatto sul proprio territorio alla fine degli anni Novanta, ma non ha ancora iniziato a costruirlo anche per via delle numerose contestazioni al progetto. La Germania, come l’Italia, non ha ancora scelto il luogo del proprio deposito permanente.

Foto di Mick Truyts: Antwewrpen, Belgio, 2021

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