Italia: 32.500 posti letto in meno in 2 anni

Redazione da Redazione2 min. tempo di lettura

Non sembra che il Covid abbia insegnato molto.

La salute del Servizio sanitario nazionale continua a peggiorare, a partire dalla situazione degli ospedali pubblici: in soli due anni, dal 2020 al 2022, sono stati tagliati 32.500 posti letto.

In tutto, da anni, mancano almeno 100mila posti letto di degenza ordinaria e 12mila di terapia intensiva. 

Secondo uno studio realizzato dalla Fondazione The Bridge  si è passati da 12 posti letto per 1000 abitanti nel 1969 ai 3,5 attuali.

La nostra analisi – afferma Rosaria Iardino, presidente della Fondazione The Bridge – vuole mettere in evidenza come l’applicazione di alcune norme e politiche sanitarie a livello nazionale abbiano avuto e hanno tuttora un impatto sull’organizzazione regionale. Il concetto di federalismo, che doveva essere caratterizzato dalla solidarietà, si è però trasformato in un sistema a macchia d’olio, dove 21 Sistemi sanitari regionali hanno adottato politiche sanitarie differenti e disomogenee. A fronte di ciò – continua Iardino – lo Stato, con alcune sue scelte politiche a livello nazionale, ha esasperato le disparità locali adottando, negli ultimi dieci anni, anche importanti tagli lineari che hanno, talvolta, impedito alle Regioni di reagire con efficienza ed efficacia agli impatti sanitari, come si è visto per la pandemia di Covid».

Diminuisce anche il numero dei nosocomi: in 10 anni ne sono stati chiusi 95 (9%). E le risorse sono sempre meno: “Nel 2024, il finanziamento del Fondo sanitario è diminuito in rapporto al Pil ed è fortemente eroso dall’inflazione”, riferisce il Forum delle 75 Società scientifiche dei clinici ospedalieri e universitari italiani (Fossc)

Tagliato il personale degli ospedali pubblici.

Tra il 2019 e il 2022 oltre 11.000 medici hanno lasciato le strutture pubbliche.

L’Italia impiega «meno infermieri rispetto a quasi tutti i paesi dell’Europa occidentale» e il loro numero è «notevolmente inferiore» alla media Ue.

L’imbuto formativo

Altro fattore da rilevare, spiegano gli autori dello studio della Fondazione The Bridge, è anche il cosiddetto ‘imbuto formativo’. Secondo l’Anaao-Assomed, a partire dai dati degli specializzandi e ipotizzando quanti  medici specialisti attualmente impiegati nella sanità pubblica potrebbero andare in pensione, per il 2025 si prevede una carenza di circa 16.500 specialisti.

Il diritto alla salute

Il diritto alla salute sancito dalla Costituzione è sempre più a rischio. Ogni volta che si rendono necessari dei tagli di bilancio questi finiscono con intaccare il SSN mentre crescono gli investimenti in altri comparti come quello delle armi.

 

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Foto di Zhen H.

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