Israele: le promesse di Trump a Netanyahu in cambio della tregua a Gaza.

Il bastone per Hamas e la carota per Israele
Infatti, come sottolinea Ronen Bergman, esperto militare di Yediot Aharonot , nelle ultime settimane il neoeletto presidente degli Stati Uniti “non ha lesinato sul ‘bastone’, cioè sulle minacce contro Hamas , non esitando a promettere che se se non fosse stato raggiunto un accordo prima del suo insediamento, avrebbe scatenato “fuoco infernale” sulla Striscia di Gaza.
Nei confronti del governo israeliano di Benyamin Netanyahu, Donald Trump ha optato piuttosto per la “carota”, “promettendo un vero e proprio pacchetto di regali: la rilegalizzazione del controverso programma di spionaggio israeliano Pegasus, la revoca delle sanzioni adottate dall’amministrazione democratica americana contro diversi leader coloniali ebrei della Giudea e della Cisgiordania palestinese occupata e contro deputati di estrema destra, il rilancio dei negoziati sulla normalizzazione tra lo Stato di Israele e il Regno dell’Arabia Saudita”.
Mano libera a Israele per continuare la colonizzazione in Cisgiordania
Un’altra “carota”, sempre secondo Ronen Bergman: “Trump è impegnato a condurre una ‘guerra di logoramento’ contro la Corte internazionale di giustizia [ICJ] e contro i mandati di arresto emessi dalla Corte penale internazionale [ICC] contro Netanyahu e i suoi l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant”, costretto a dimettersi dal governo israeliano nel novembre 2024.
“La promessa di Trump di autorizzare l’esercito israeliano a rioccupare la Striscia di Gaza, ‘se necessario’”, e di concedergli completa libertà in Cisgiordania per quanto riguarda il rilancio degli insediamenti ebraici, è stato un altro impegno per completare l’accordo.
Il governo Netanyahu non corre rischi
In altre parole, l’accordo del 15 gennaio non minaccia in alcun modo il governo di Benjamin Netanyahu. Questa è anche l’opinione di Yoav Zitun in Yediot Aharonot . “Con loro grande sgomento, i capi dell’esercito israeliano sospettano che il vero risultato dell’accordo di Doha sia una “trappola” destinata, alla minima scintilla, alla ricolonizzazione della Striscia di Gaza, anche se il governo Netanyahu è abbastanza intelligente da non rivelare questo piano alle famiglie degli ostaggi, ai riservisti e al pubblico israeliano in generale”.
Foto: La prima pagina del quotidiano israeliano “Yediot Aharonot” del 16 gennaio 2025. Titolo “C’è un accordo”.