Il Racconto della Domenica: I musicanti di Brema

Redazione da Redazione4 min. tempo di lettura

Da un racconto di Jakob e Wilhelm Grimm

Un contadino aveva in fattoria Nerino, un asino ormai anziano: l’animale aveva lavorato per tanti anni trasportando sacchi di farina al mulino, ma ormai era vecchio e stanco e non ce la faceva più a lavorare.

Il contadino ingrato aveva pensato di ucciderlo e di acquistare al suo posto un asino giovane e forte. Ma Nerino, che aveva intuito le intenzioni del contadino, una notte era fuggito e si era incamminato sulla strada per la città di Brema.

L’asino pensava di entrare nella banda musicale della città: lì si sarebbe guadagnato da vivere suonando e ragliando.

Lungo la strada incontrò Fiuto, un vecchio cane da caccia suo amico. Era sdraiato lungo la strada e si lamentava..

“Fiuto, amico mio, che ci fai lì per strada?” gli chiese l’asino.

“Ormai sono vecchio amico mio, e non riesco più a cacciare: così il cacciatore vorrebbe uccidermi. Per fortuna me ne sono accorto in tempo e me la sono data a gambe. Ma adesso, come farò a guadagnarmi da vivere?”

L’asino propose al cane di recarsi a Brema insieme a lui: sarebbero entrati insieme nella banda musicale dove avrebbero ragliato e abbaiato.

I due vecchi compagni erano lungo la strada quando incontrarono Ronfo, un vecchio gatto malandato.

“Ronfo, che ti è successo? Cosa ci fai qui in mezzo alla strada?” chiese Fiuto..

“Il padrone della casa dove abitavo voleva uccidermi: sono troppo vecchio per prendere i topi e non gli servo più a nulla. Per fortuna sono riuscito a scappare!”

E l’asino propose anche a lui di recarsi a Brema per diventar musicista, avrebbero ragliato, abbaiato e miagolato.

I tre percorsero un tratto di strada, finché, appollaiato su un recinto di legno, videro il gallo Chiccoricco che cantava a squarciagola.

“Perché strilli tanto? Ci assorderai!” lo rimproverò il gatto.

“Canto perché domani la cuoca mi taglierà il collo e mi metterà in forno; l’ho sentito dire a un’altra donna. E finché posso, voglio cantare.”

Gli altri animali, non senza fatica, lo convinsero a seguirli e a diventare musicista a Brema; del resto, qualsiasi cosa è meglio della morte. Lì avrebbero potuto ragliare, abbaiare, miagolare e cantare.

Il sole tramontò e Brema era ancora lontana. Così, gli animali si addentrarono nel bosco per passare la notte. Chiccoricco si arrampicò sulla cima di un albero: da lì, vide una casa poco distante, con le finestre illuminate.

“Vedo una casa qui vicina; perché non ci sistemiamo lì per la notte?”

Gli animali si avvicinarono alle finestre e videro una banda di briganti armati, che mangiavano e bevevano a crepapelle.

“Guardate quante prelibatezze in quella casa. Potremmo riposarci e rifocillarci per bene se riuscissimo a mandare via i briganti.”

E così, gli animali salirono l’uno sull’altro: il cane sull’asino, il gatto sul cane e il gallo sul gatto. Poi, ragliando, abbaiando, miagolando e cantando fortissimo riuscirono a rompere il vetro di una finestra e ad entrare in casa.

I briganti, temendo che si trattasse di fantasmi, scapparono nel bosco. Così gli animali si potettero sistemare e mangiare a sazietà, poi spente le luci si misero a dormire.

A questo punto i briganti, che tremavano per il freddo in mezzo al bosco, mandarono il più giovane di loro a vedere com’era la situazione nella casa e se potevano tornare.

Il giovane brigante entrò in cucina e accese una candela; non appena s’avvicinò al gatto, però, Ronfo gli saltò addosso, soffiando e graffiandogli il viso senza che il brigante capisse cosa gli stava succedendo.

Il brigante, spaventato a morte, scappò dalla porta sul retro; lì, però, c’era Fiuto che gli morse una gamba.

Più avanti, mentre correva via dal cortile, Nerino gli diede un bel calcione.

Intanto, Chiccoricco strillava a più non posso: “Chicchirichì!”

Il giovane brigante, raggiunto il resto della banda, disse loro: “La casa è occupata da mostri! C’è una terribile strega che mi ha graffiato la faccia con i suoi artigli. E alla porta, c’era un gigante che mi ha ferito la gamba a morsi. E in giardino, c’era un mostro nero che mi ha colpito con i suoi zoccoli. E sul tetto, c’era un gendarme che strillava: “Prendetelo!”

Da quel giorno, i banditi non si avvicinarono mai più alla casa nel bosco. E gli animali, invece di andare a Brema e diventare musicanti, si fermarono lì e vissero assieme felici e contenti.

Foto: Adrian Pingstone. Brema, statua ai Musicanti di Brema.

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