Il diritto di scegliere

Redazione da Redazione3 min. tempo di lettura

Il diritto delle donne di scegliere in tema di gravidanza è sotto attacco.

Nella foto: Dublino, maggio 2018, donne vestite come i personaggi di Handmaid’s Tale (Il racconto dell’Ancella) sfilano per sostenere il diritto all’autodeterminazione delle donne. Sopra di loro un cartello antiabortista. 

In tutto il mondo, circa 130 donne muoiono ogni giorno a causa di aborti non sicuri. Ogni anno, altri 7 milioni rimangono ferite o permanentemente disabili. Secondo l’OMS, l’aborto non sicuro, l’unica causa completamente prevenibile di mortalità materna, rappresenta ancora fino al 13% di tutti i decessi materni a livello globale. Statisticamente, 1 donna su 3 ha un aborto nella sua vita, indipendentemente da razza, religione o stato sociale. L’accesso all’aborto sicuro è stato stabilito come un diritto umano da numerosi Organismi internazionali, dal Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite e dalle corti per i diritti umani in Europa, nelle Americhe e in Africa. Tuttavia, in molte parti del mando le donne sono stigmatizzate, costrette a portare avanti gravidanze indesiderate o pericolose per la vita o a ricorrere a soluzioni ad alto rischio. Molte sono minorenni, sopravvissute a stupri o hanno problemi di salute. In tutto il mondo. Le donne affrontano rifiuto, oneri finanziari e prigionia. Le leggi restrittive sull’aborto sono interconnesse con la mancanza di un facile accesso alla contraccezione, la scarsa educazione sessuale, la violenza di genere e sessuale e le religioni usate come potere politico.
In Polonia, proteste violentemente represse sono emerse dopo la restrizione delle leggi sull’aborto nel 2020. Nelle Filippine, l’accesso universale ai contraccettivi moderni è stato legalizzato solo nel 2012. In Egitto, le donne incinte prima del matrimonio rischiano la morte per aver disonorato le loro famiglie. Nel sud degli Stati Uniti, l’educazione sessuale non è inclusa nel curriculum scolastico e i tassi di gravidanza adolescenziale sono i più alti nel mondo sviluppato. In El Salvador, le donne rischiano fino a quarant’anni di prigione per aborto o persino complicazioni ostetriche. In Nigeria, la violenza sessuale è stata dichiarata un’emergenza nazionale e la mortalità materna è tra le più alte al mondo.
Esempi dalla Polonia e dagli Stati Uniti, dove le leggi sull’aborto sono state effettivamente inasprite nel 2020 e nel 2022, mostrano che le restrizioni aumentano la mortalità e la morbilità infantile e materna. Le donne che non riescono a interrompere gravidanze non vitali, danno alla luce bambini che non sopravvivono, mentre i dottori, spaventati di incorrere in violazioni della legge, esitano a prendere misure salvavita per i pazienti in caso di aborto spontaneo incompleto. Il dibattito politicizzato riguarda il valore e il ruolo delle donne. È una delle principali fonti di stigma sociale e una questione di potere: chi ha il diritto di decidere sulla fertilità femminile? Le conseguenze dell’aborto non sicuro hanno un impatto non solo sulle donne, ma anche sulle loro famiglie, comunità e società. Come afferma l’OMS, la mancanza di accesso all’aborto sicuro costa ai sistemi sanitari dei paesi in via di sviluppo 553 milioni di dollari all’anno per l’assistenza post-aborto.

Testo: Festival della Fotografia Etica, Lodi, 28 settembre – 27 0tt0bre 2024

Foto: Kasia Strek, premio per la categoria spotlight al World Report Award 2024

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