Contro il rumore visivo: il design come atto di sottrazione consapevole

Viviamo in un paesaggio visivo e sovraffollato. Scrollliamo tra i loghi, notifiche, GIF, titoli sensazionalistici. Tutto compete per catturare l’attenzione, ma finisce per perdersi nel rumore. In questa saturazione costante, il graphic design sta riscoprendo un gesto rivoluzionario: togliere.

”Less is more” non è più solo un motto modernista, ma una vera e propria presa di posizione. Comunicare meno non significa dire poco, ma si sceglie cosa è davvero essenziale per lasciare spazio al respiro. È un atto progettuale che richiede molta attenzione, ascolto e rigore.

Già nel 1999 Jacob Nielsen parlava di “information overload”. Oggi quel sovraccarico è diventato abitudine. La risposta? Nuovi approcci progettuali come la Calm Technology, che propone interfacce silenziose rispettose del tempo dell’utente; lo Slow Design, che privilegia processi lenti, cura e durabilità; il minimalismo funzionale, che elimina il superfluo e valorizza il silenzio visivo.

L’identità di Oatly è un esempio chiaro: grafica semplice, font sana serie, tono ironico ma essenziale. Tutto comunica con musica, senza urlare. Allo stesso modo, magazine come ad esempio Internazionale, sfruttano lo spazio bianco come elemento strutturale: non assenza, ma pausa, ritmo, guida visiva.

Anche nel digitale, l’uso controllato del vuoto riduce il carico cognitivo e migliora la leggibilità. Un’interfaccia pulita comunica rispetto per chi la usa. È il design che accompagna, senza ostentare. In questo contesto, il graphic designer diventa una sorta di editor visivo: seleziona, taglia, filtra. L’interfaccia del messaggio sta anche in ciò che si sceglie di non dire. 

Sottrarre non significa semplificare fino all’ovvietà. Significa affinare. È un lavoro lento, consapevole e soprattutto rispettoso. In un mondo dove vince chi fa più rumore, scegliere la misura è un gesto di coraggio. È un invito a rallentare, a scegliere, a fare spazio.

La perfezione non si raggiunge quando non c’è più nulla da aggiungere ma quando non c’è più nulla da togliere.

 Antoine de Saint-Exùpery

 

 

FONTI: https://www.uxboutique.it/blog/la-semplicita-che-fa-bene-alla-ux,

https://alessandria.today/2024/12/01/slow-design-la-bellezza-della-sostenibilita-e-dellartigianato/

https://www.barnebys.it/blog/lessenza-del-design-minimalista-raffinata-semplicita

https://www.oatly.com/en-gb/products

https://www.internazionale.it/

 

FOTO: K8 su Unsplash

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