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Grandi migrazioni: in Italia i malati vanno da una Regione a un’altra

Redazione da Redazione2 min. tempo di lettura

Molte persone in Italia, quando è necessario un intervento medico di qualche importanza, scelgono di andare in un’altra Regione.

In Italia, la “mobilità medica” è una dinamica consolidata, favorita dal fatto che la salute è una competenza in larga parte regionale, quindi ogni Regione adotta i suoi modelli organizzativi e gestionali, non tutti ugualmente efficaci. Allo stesso tempo l’assistenza del  Servizio Sanitario Nazionale copre tutto il territorio, a prescindere dalla residenza delle persona che quindi può scegliere in quale Regione farsi curare.

Alcuni territori quindi hanno un sistema di cura migliore di altri o percepito come migliore,  motivo per cui molti pazienti si spostano fuori dalla loro regione di residenza a causa della mancanza di strutture specializzate, o per evitare tempi di attesa troppo lunghi o per avere un’assistenza migliore.

L’Agenas (l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) pubblica un rapporto annuale sulla “mobilità sanitaria” illuminante del fenomeno, come si vede dalla tabella ricavata dal rapporto.

Così, si apprende che le principali Regioni attraenti sono Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, mentre quelle da cui i pazienti partono di più sono Campania, Calabria e Sicilia. Una classifica realizzata in base al “saldo della mobilità sanitaria”, un indicatore che misura la differenza tra i guadagni generati dall’arrivo di pazienti da altre regioni e le perdite create dalle partenze verso altri territori.

Questa classifica mostra che la Lombardia ha raccolto 361 milioni di euro nel 2022 e si colloca come prima regione d’Italia su un podio completato dall’Emilia Romagna (337 milioni) e dal Veneto (107 milioni). Al contrario, le tre regioni che hanno perso più soldi nel 2022 a causa di un saldo di mobilità sanitaria negativo, sono rispettivamente la Campania (− 204 milioni), la Calabria (− 178 milioni) e la Sicilia (− 131 milioni).

Indice di fuga sanitaria.

Un altro indice che si ricava dal report dell’Agenas è l’indice di fuga sanitaria che misura la percentuale di pazienti che hanno scelto di ricorrere a una struttura al di fuori della propria regione per curarsi. Questa statistica mostra che circa 1 calabrese su 4 sceglie di curarsi altrove che in Calabria, questa  Regione detiene il record di fuga dal servizio sanitario regionale (escluse le tre piccole regioni, le cui dimensioni ridotte rendono più facili gli spostamenti verso altri territori).

Da parte loro, la Lombardia e l’Emilia-Romagna, hanno indici del 6,3% e dell’8,1%, tra i più bassi di tutta Italia per “fuga sanitaria”.

Ospedali pubblici e cliniche private

Gli spostamenti interregionali riguardano solo in minoranza gli ospedali pubblici. Quando è necessario un ricovero i “malati migranti” si rivolgono nella maggior parte dei casi a ospedali privati convenzionati, dove sono assicurati tre quarti degli interventi definiti come ‘molto complessi’”.

Gli interventi più richiesti dai malati migranti

Tra gli interventi più richiesti quelli sulle valvole cardiache, sull’intestino crasso e sull’intestino tenue, la sostituzione di articolazioni e protesi.

 

 

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1 Comments
  • bruno
    19 04 2024

    molto interessante

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