Il conflitto con Israele, visto dai giornali iraniani
da Redazione
La prima pagina del giornale iraniano Javan il 2 ottobre. Titolo “La grande vendetta”
L‘ombra della guerra incombe sull’Iran dopo l’attacco senza precedenti di missili ipersonici condotto contro Israele dai Guardiani della rivoluzione, l’esercito ideologico della Repubblica islamica. Non appena è stato annunciato il fuoco, il capo di stato maggiore delle forze armate iraniane, Mohammad Bagheri, ha messo in guardia contro una risposta israeliana. “Se la follia di Israele non è sotto controllo e vuole agire contro la nostra integrità territoriale, l’operazione si ripeterà con una portata maggiore e tutte le infrastrutture di Israele saranno colpite”, ha promesso, citato dal quotidiano Ettelaat.
L’Iran procederà al lancio di “diverse centinaia, o addirittura diverse migliaia di missili” se Israele reagisce, ha minacciato, da parte sua, il generale Ebrahim Jabbari, consigliere del capo dei Guardiani della rivoluzione. “La Repubblica islamica non ha alcuna volontà di combattere il popolo israeliano, ma combatte il suo governo malvagio, così come le sue forze armate e i suoi servizi di intelligence”, ha affermato, secondo Khabar Online.
Mentre il giornale Javan, vicino alla Guardie della Rivoluzione, titolava il 2 ottobre “La grande vendetta”, da parte sua Ham-mihan, un giornale riformatore, scriveva “Dopo l’operazione di martedì sera, la nostra regione è entrata in uno stato di incertezza: la situazione potrebbe portarci a un autunno di guerra su larga scala o a una primavera di relativa pace”
I mercati hanno reagito immediatamente, il prezzo del dollaro è aumentato di nuovo mentre la sterlina locale ha continuato a svalutarsi..
Per il media di opposizione IranWire, l’attacco contro Israele rischia di avere “un costo enorme”, mentre “i suoi risultati non sono chiari, né l’entità dei danni” causati.
L’impressione di insieme è che molti iraniani vivano con il fiato sospeso in attesa degli eventi e che il regime iraniano rischi la più grave crisi della sua storia.
Fonte: Courrier International
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